domenica, 22 Dicembre, 2024

Non solo Moonlight o Midsommar: alla scoperta di cinque gemme da vedere in digitale

C’è una rivoluzione in atto da alcuni anni nel mondo del cinema. Una rivoluzione che parte da un’idea nata sull’autostrada che collega Roma a Teramo e che, nel 2012, è arrivata fino al 31 West 27th Street di ‎New York. Una rivoluzione fatta di idee e audacia, scommesse vinte e originalità. Una rivoluzione chiamata A24. La casa di distribuzione e produzione cinematografica indipendente creata da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges con un obiettivo chiaro: fare e promuovere film diversi da tutto il resto. Se dall’altra parte della costa punta tutto su franchise, remake e reboot, A24 ha deciso di dare una voce a registi spesso sconosciuti ma con visioni inedite, folli, spericolate o credere in sceneggiature sulle quali Hollywood non avrebbe investito nemmeno un dollaro. Il risultato? Una serie di film entrati a gamba tesa nell’immaginario collettivo, da Hereditary a Everything Everywhere All At Once passando per Moonlight o First Reformed. Ma tra tutti questi titoli orami celebri, noi di Beginners abbiamo realizzato una mini guida per consigliarvi di recuperare cinque “diamanti grezzi”, giusto per citare un altro cult targato A24…

STORIA DI UN FANTASMA – Presto vedremo la sua versione live-action di Peter Pan, ma la filmografia di David Lowery è già costellata di grandi titoli, da Old Man & the Gun, in cui dirige Robert Redford nella sua ultima apparizione sul grande schermo prima del ritiro, a The Green Knight, pellicola ispirata all’omonimo poema cavalleresco targata proprio A24. Ma Lowery, nel 2017, ha diretto un altro, meraviglioso film, Storia di un fantasma, con protagonisti Casey Affleck e Rooney Mara. Una riflessione poetica, intima e profonda sullo scorrere inesorabile del tempo visto attraverso gli occhi di un fantasma. Ah, vi innamorerete della colonna sonora firmata da Daniel Hart.

WAVES – LE ONDE DELLA VITA – Il nome di Trey Edward Shults è finito sulla bocca di tutti nel 2017 quando uscì il suo secondo lungometraggio, It Come at Night, horror psicologico con Joel Edgerton. La riconferma del suo talento è arrivata tre anni dopo con Waves – Le onde della vita, lente d’ingrandimento sulle vicissitudini di una famiglia afro-americana capitanata da Sterling K. Brown. Un film capace di catturare tutta la gamma contrastante delle emozioni dei suoi protagonisti, tra dolore e tenerezza, gioia e rabbia. Nel cast del film, la cui colonna sonora è curata da Trent Reznor  Atticus Ross, anche Lucas Hedges, Alexa Demie e Taylor Russell prima del successo planetario regalatole da Bone and All di Luca Guadagnino.

SAINT MAUD – Prima di prestare il suo volto a Galadriel ne Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Morfydd Clark è stata l’assoluta protagonista di Saint Maud, incredibile debutto al lungometraggio di Rose Glass. Un horror, in piena regola A24, che gioca con le regole del genere d’appartenenza per smontarle e riassemblarle a suo piacimento. Al centro del racconto un’infermiera afflitta da tremendi dolori allo stomaco, Maud, recentemente convertita al cattolicesimo e convinta che Dio abbia per lei un piano divino. Quello della Glass è un horror atipico che sfrutta i toni e i registri del genere per parlare di isolamento e malattia mentale con uno sguardo originale che denota una totale padronanza del racconto e della messa in scena.

THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO – Per noi di Beginners quello di Joe Talbot non è solo un film d’esordio strepitoso ma anche uno dei film più belli degli ultimi dieci anni. Una storia dai contorni autobiografici ispirata all’infanzia del migliore amico del regista nonché protagonista del film: Jimmie Fails. Un film nato grazie ad una campagna di crowdfunding e allo zampino di Brad Pitt con la sua Plan B. La storia di un amore disperato per una casa e della gentrificazione che ha cambiato il profilo di San Francisco così come di innumerevoli città in giro per il mondo. Malinconico, dolce, ironico, straziante: The Last Black Man in San Francisco più che un film è un’esperienza emotiva. Una riflessione sull’identità e l’appartenenza, sui luoghi comuni e le responsabilità sociali. Davvero imperdibile.

OBVIOUS CHILD – Altro esordio. Questa volta quello di Gillian Robespierre che con Obvious Child parla di aborto. Un diritto che in questi anni sta subendo duri attacchi e di cui la regista riesce a parlare con toni delicati, addirittura ironici, senza mai scadere nel superficiale. Lo fa attraverso la sua protagonista, Donna (Jenny Slate), una comica che, dopo una notte di sesso occasionale, scopre di essere rimasta incinta. Il film segue il percorso che la porterà a scegliere se tenere il bambino o meno. Un film che parla con sincerità e coraggio della difficoltà di prendere una decisione del genere e del potere decisionale che ogni donna dovrebbe avere sulla sua vita e sul suo corpo.

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